Chi svolge lavoro in un call center con l’obbligo di osservare un orario, utilizzando strumenti e l’ambiente messi a disposizione dal datore, ha diritto ad un contratto stabile.
Lo spiega la Cassazione, confermando una pronuncia della Corte d’appello di Venezia che aveva riconosciuto come subordinato il lavoro di 15 dipendenti di una societa’, la quale, invece, sosteneva che il lavoro svolto da questi fosse di natura autonoma. Per la Suprema Corte (sezione lavoro, sentenza n.9812), “l’elemento decisivo che contraddistingue il rapporto di lavoro subordinato dal lavoro autonomo e’ l’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo, disciplinare e di controllo del datore di lavoro ed il conseguente inserimento del lavoratore in modo stabile ed esclusivo nell’organizzazione aziendale”.
Nel caso di specie, dunque, osservano gli ‘ermellini’, i giudici del merito “hanno ritenuto sussistente la subordinazione per il fatto che erano tenute ad osservare un orario, che dovevano giustificare le assenze, che si avvalevano di attrezzature e materiali forniti dalla societa’ e che si dovevano attenere alle direttive del datore di lavoro”.
Tutte queste circostanze, conclude la Cassazione, “sono state ritenute dalla Corte (di merito, ndr) con un apprezzamento in fatto congruamente motivato e non suscettibile di riesame in sede di legittimita’, sintomatiche dello stabile inserimento delle lavoratrici nell’organizzazione aziendale e prova della natura subordinata del rapporto di lavoro”.
Da La Repubblica la notizia qui
mi complimento con voi in quanto trattate vari argomenti sempre con grande professionalità (anche nella scelta delle fonti).
L’argomento mobbing vi ha portato alla mia attenzione in quanto ne sono vittima da oltre 3 anni e racconto tutto sul mio sito/blog nel quale ho scelto di raccontare tutto ma in forma anonima, in quanto dipendente dell’azienda (a giugno avrò la prima udienza testimoniale).
un saluto a tutti voi
EWWIVA i GIUDICI e AVVOCATI..GRAZIEEEE..!!..
Ora valanghe di vertenze..!!..x soffocare stì maledetti call-center..(io da 7a e 8 mesi)..io sono anche socia della Cooperativa onlus..e x il mio handicap..si ‘cucano’ gli abbastimenti relativi agli onori fiscali..-lo saputo dall’Ispett.del Lavoro -la vertenza è in corso-
Ora ho (anzi abbiamo)una marcia in+ per rivendicare i nostri diritti di PRECARI a TEMPO ‘INDETERMINATO’…E un bel VAFFA a tutti i call-center
Grazie per la Vs. rubrica. Ho lavorato i2 anni al Liceo Artistico di Bologna come modello vivente con un contratto a tempo determinato annuale: l’anno scorso mi hanno fatto un contratto a progetto per via di un provvedimento preso nel ’99/2000 con la firma dei tre sindacati principali (vergogna!)che precarizzava i modelli che nel ’99 non avevano cinque anni di anzianità, pur essendo il ns. un lavoro assolutamente assoggettato alla didattica con orari e utilizzo preciso di strutture aziendali.
Immagino che questa gloriosa sentenza debba applicarsi anche alla ns. categoria. O no?
Vi sarò grato se potrete darmi una risposta e vorrei anche chiedervi se potete dirmi dove posso trovare in internet il testo ufficiale della sentenza.
Grazie e un saluto a tutti.
Mario S.
Per Mario:
Sinceramente non saprei dirle né dove reperire la sentenza, né se vi sia applicazione anche alla sua categoria. Le consiglierei di rivolgersi a un sindacato per avere informazioni in merito.
Sono assunta con un contratto aprogetto fino a novembre come operatore out-bound standard. Nel momento in cui volessi andar via, dovrei dare un preavviso di un mese, altrimenti pagherei una penale. Il mio datore di lavoro però non ha intenzione di cambiare il mio contratto, anzi, sta tergiversando..
Potrei andare via, dunque, senza avere l’obbligo di pagare la penale, se lui si ostina a non voler cambiare il contratto o dovrei andare per vie legali?
Per Simona:
Per ottenere un nuovo contratto dovrebbe agire in giudizio. Al momento il contratto cui deve fare riferimento è quello in corso che ha scadenza solo nel mese di novembre.